Arrivo all’Ostello Bello in tutta fretta, sono in ritardo, nulla di nuovo. Nonostante abiti a 100 metri di distanza non ci ho mai messo piede, anzi, ho provato spesso e volentieri del reale fastidio passando per quella stretta stradina con la mia Panda rossa fiammante e attendendo invano che quelle facce giovanili e non, si accorgessero che non è una strada pedonale e che sì, le macchine passano anche di lì! Il mio astio precostituito è andato svanendo quando sono entrata e mi sono trovata in un ambiente gradevole e tranquillo. La presentazione sarebbe avvenuta nella saletta al piano di sotto. Ho subito notato una fortissima carenza di audience ma, in fondo, sono dell’avviso che “meglio pochi ma buoni”. La poca affluenza (in tutto siamo 8 persone) ci permette di instaurare un clima confidenziale, seduti sui divanetti colorati che arredano la sala possiamo guardarci in faccia e percepire appieno la presenza della persona di fianco a noi o di quella che abbiamo davanti.
Lo scrittore, Roberto Zadik, e la sua “intervistatrice”, Elisa Giacalone, si scoprono fin dal primo istante persone gentili e affabili. La presentazione del libro “Milanconie 2.0” si svolge attraverso una serie di domande, sapientemente pensate da Elisa, alle quali Roberto risponde esaustivamente, arricchendo e approfondendo temi e personaggi a lui cari. Ed è così che entriamo nel mondo di Gianni, Giada, Sonia, Giovanni, un mondo che, per quanto le vicende narrate siano frutto dell’immaginazione dell’autore, corrisponde esattamente al mondo reale. I personaggi di Zadik sono i giovani d’oggi, sono gli studiosi, i disoccupati, i vinti, gli imperfetti, quelli che ce l’hanno fatta, e le tematiche affrontate vertono sugli opposti e contrari: il mondo degli arrivati e quello dei persi, la bellezza e la non bellezza, l’apparenza e la sostanza. Ispiratosi ad alcuni fatti di cronaca e, a mio avviso, a due cult degli ultimi decenni della storia del cinema, “Trainspotting” e “Full Monty”, Zadik, attraverso i suoi 7 racconti, intende narrarci le mille sfaccettature del mondo giovanile e le altrettanto numerose difficoltà che lo caratterizzano oggi come ieri, nello sfondo di una Milano troppo spesso relegata a stereotipi comuni, ma che, come ci fa notare Roberto, è in verità un grande contenitore che racchiude differenze etniche e sociali e dove vivere a volte può essere molto faticoso. I racconti sono impregnati di quella cultura musicale alternativa che ha caratterizzato gli ultimi decenni del Novecento e che i giovani d’oggi percepiscono spesso come propria, forse spinti dal desiderio di legame con il recente passato, di cui poco realmente sanno ma che tanto sentono elogiare.
In attesa di un suo romanzo, che lo scrittore stesso ha precisato scriverà quanto prima, consiglio di sfruttare le tecnologie di questo secolo per comprare su Amazon l’ebook “Milanconie 2.0”, che personalmente non vedo l’ora di leggere!
Viola