Nonostante la pioggia e il freddo, ci siamo ritrovati in tanti per la festa di chiusura alla biblioteca Chiesa Rossa: ci siamo incontrati e salutati, abbiamo parlato delle diverse esperienze, abbiamo mangiato e bevuto insieme e ci siamo dati appuntamento al prossimo anno.
I nostri volti sorridenti raccontano di quanto siamo orgogliosi di questa seconda edizione… e, state tranquilli, abbiamo già steso l’elenco degli errori e di quanto possiamo migliorare.
Grazie a tutti!
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Grande successo per Il Pubblico Narratore
7 giugno 2013. Chi segue le iniziative del FestivaLetteratura Milano conosce già “Il pubblico narratore“, una manifestazione che ha avuto ciqnue incontri di narrazione condivisa nell’arco dell’inverno 2013. In occasione della seconda edizione del Festival si è voluto inserire una serata speciale, dedicata a Le città invisibili di Italo Calvino: come per gli appuntamenti precedenti scrittori e narratori noti e meno noti sono stati invitati a scrivere racconti su alcuni temi proposti traendo spunto dall’opera cui la serata era dedicata. Tra i racconti pervenuti ne sono stati scelti alcuni per la lettura in pubblico; lettura che consiste nell’alternare brani tratti dall’opera a brani tratti dai racconti selezionati, senza interruzioni, creando così una nuova narrazione.
“Sono molto soddsfatto per questa serata, sia per la quantità dei racconti pervenuti sia per la qualità elevata degli scritti” queste le parole introduttive di Cristiano Abbadessa che ha organizzato e coordinato la serata per il FestivaLetteraturaMilano. “Anche la partecipazione del pubblico così numeroso e il fatto che alcuni dei narratori di oggi provengano dal pubblico delle serate precedenti, mi fa concludere che l’iniziativa de Il Pubblico Narratore, nata da un’idea del tutto nuova, aveva ragio d’essere. Le persone desiderano raccontare e ascoltare, ma soprattutto confrontarsi e partecipare”.
Maggior soddisfazione – e una certa dose di rivincita – gli ideatori e sotenitori di questa “sfida” possono trarla dalle parole del rappresentante del Consiglio di Zona 6 che ha patrocinato l’evento e concesso lo spazio: “Se devo dire la verità, quando queste persone del FestivaLetteratura sono venute a chiederci lo spazio per 5 serate ero molto scettico, non credevo che sarebbero riusciti ad avere i meteriali sufficienti per organizzare le letture, né tantomeno un buon successo di pubblico. Sono felice di poter dire, oggi, che mi sono sbagliato!”.
Ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato come narratori, lettori e come pubblico. Un ringraziamento particolare va all’attrice Elisabetta Cesone che, sposando appieno lo spirito del Festival, ci ha voluto regalare la sua splendida professionalità leggendo i brani tratti da Calvino.
Tutti i racconti selezionati per Il Pubblico Narratore sono pubblicati sul sito del FestivaLetteraturaMilano.
Anna Chiello
Premio Baghetta al Festival
I partecipanti, i premi e i premiati del Baghetta sono qui:
www.festivaletteraturamilano.it/premio-baghetta-2013-i-premi
e c’è anche un’intervista audio a Dario Borso
Chiudo in bellezza il mio festival 2013: Alessandro Ducoli
Nell’ultimo evento del mio ultimo giorno come volontaria alla fornace, il festival mi ha fatto il secondo regalo inatteso di questa edizione: Alessandro Ducoli.
Parlo di regalo perché senza il festival non sarebbe stato altrettanto facile per me conoscere questo cantautore di grande talento. Le ragioni per le quali Ducoli, pur essendo un artista molto importante del panorama musicale del territorio, non è universalmente noto tanto quanto altri famosi cantautori italiani, mi sono onestamente sconosciute. Credo che le motivazioni possano forse risiedere in quelle logiche di mercato che neanche so perché vengano definite logiche visto che appartengono alla sfera del non-senso. Ma non è per polemizzare che voglio scrivervi, è invece per raccontarvi il mio incontro con Ducoli e l’emozione di averlo sentito cantare per un fortunatissimo gruppetto di persone rimaste incantate.
Ho contattato Alessandro Ducoli per la prima volta qualche settimana fa per iniziare a prendere accordi per il festival, avevo semplicemente il titolo dell’evento “Brumantica” e la sua mail “baccoilmatto@qualcosa…”, Bacco il matto? Mi sta già simpatico!
Bacco il matto in realtà è uno pseudonimo usato qualche anno fa, durante la collaborazione con il chitarrista Nicola Bonetti. E non è neanche l’unico pseudonimo usato da Ducoli, lo troverete anche sotto il nome di Cletus Cobb, in versione folk-rock con la band Lupita’s project, ancora in gruppo con la Band del Ducoli e poi di nuovo solista come cantautore, jazzista e tanto altro. Insomma un’anima camaleontica assecondata da una voce altrettanto trasformista, in grado di passare dalla ruvidezza del rock alla dolcezza delle parole sussurrate sulle note di un piano.
il Ducoli lo vado a prendere a Famagosta, perché si da il caso che questa domenica sia una domenica a piedi e lui e il suo pianista, Valerio Gaffurini, che arrivano da fuori con tastiera al seguito, hanno bisogno di un permesso per la loro auto. Appuntamento alle 15. Esco dalla metro a famagosta, gli mando un messaggio “Io ci sono”, mi richiama subito “Signorina!!! Noi abbiamo almeno un’ora di ritardo, eh ieri abbiamo fatto una serata, abbiamo finito tardi, siamo nel traffico…non avevo il tuo numero per avvisarti!!”
Ahhahaha, lo sapevo, se uno che si chiama Bacco arriva puntuale mi delude!! Me ne torno in metro alla fornace, almeno mollo la macchina fotografica e le birre per la festa finale.
Alle 16.30 ritorno a famagosta e lo vedo spuntare dall’altro lato del parcheggio: un’omone alto, vestito di nero e con cappello scuro sotto cui nasconde il viso non esattamente fresco e sbarbato. Entriamo in macchina. Ducoli gentilmente mi cede il posto e siede dietro, schiacciato tra la tastiera, il mixer e il finestrino, e mi presenta a Valerio, in questo momento alla guida, successivamente al piano, e a Pepita, la sua dolcissima cagnolina. L’omone alto e nero tutto accartocciato nel sedile di dietro, con in braccio la sua micro-cagnolina. Fanno simpatia. Più o meno come questa macchina, che se non me l’avessero detto che era una macchina avrei faticato a capirlo da sola, c’è davvero di tutto dentro. Ma Ducoli mi spiega che si tratta di una filosofia ben precisa: una volta superato un certo livello di sporco, una macchina semplicemente non può diventare più sporca, è già il massimo dello sporco. Concordo. Questa di logica, non fa davvero neanche una piega. Ripartiamo verso la fornace.
In macchina non ci vogliono neanche 10 minuti, ma in quei 10 minuti, non solo riesco a costringerli a usare il navigatore, ma gli faccio comunque sbagliare strada e li porto addirittura ad un tamponamento (a lieto fine!!). Arriviamo in fornace. Dopo le difficoltà dei permessi per la domenica a piedi, la frenesia dell’organizzazione, l’ansia da prestazione, i viaggi in metro, i dissuasori telecomandati, la pioggia a secchiate, Alessandro si siede con il microfono in mano, Pepita in braccio e inizia a cantare: la sua voce calda e intensa, i suoi testi originali, brillanti, le sue capacità di intrattenitore, i racconti legati alla nascita dei testi, mi dimentico di tutto il resto. Mi sembra di essere a teatro. Ducoli racconta, canta e non c’è più niente da dire. La mia esperienza al festival di letteratura di Milano, non poteva concludersi in maniera più emozionante!
Daria.
La Letteratura al tempo di Twitter
La Letteratura attraverso Twitter, ovvero la possibilità di divulgare i contenuti delle opere letterarie in modo rapido, immediato e soprattutto sintetico.
Può un romanzo essere riassunto nei centoquaranta caratteri di un tweet? Sì, secondo Paolo Costa, Hassan Bogdan Pautàs e Pierluigi Vaccaneo, che portano avanti con determinazione il loro progetto di “twitteratura”, il cui scopo è affrontare temi complessi divertendosi.
Il loro è un progetto che nasce dal basso, frutto di una serie di esperimenti che ha suscitato l’interesse e l’attenzione del Festival della Letteratura: hanno cominciato twittando Raymond Queneau e sono poi passati a Cesare Pavese, di cui hanno riscritto a suon di tweet Dialoghi con Leucò e La Luna i falò.
Nella giornata conclusiva del Festival, presso l’ex Fornace, hanno presentato al pubblico milanese il loro esperimento su La luna e i falò, invitando le persone presenti in sala a cimentarsi nella “stesura” di un tweet ispirato alle prime, meravigliose pagine del romanzo. E hanno lanciato la loro prossima sfida, la riscrittura degli Scritti Corsari di Pier Paolo Pasolini, che partirà a giorni: siete tutti invitati a mettervi alla prova, e che vinca il cinguettio migliore.
Per ulteriori informazioni http://www.twitteratura.it
Elena De Dionigi e il suo cavaliere: quello che l’Alzheimer non ci può rubare
“Prima di volare via” è il titolo del libro che Elena De Dionigi ha presentato alla fornace nell’ultimo giorno del festival. Accompagnata dalle sonorità rock delle musiche ideate appositamente dai Convoy, una band di giovani ragazzi, Elena ci ha raccontato una storia di amore e speranza: l’amore per il padre, lentamente “volato via” a causa dell’Alzheimer, e la speranza di chi lotta ogni giorno per non smettere di vedere le cose positive che neanche lo strazio della malattia può rubare. Ma non aspettatevi il solito libro che descrive le difficoltà dei familiari di un malato di Alzheimer. La storia che ci racconta Elena, è una storia fatta di fantasia: la casa di cura in cui il padre è stato ricoverato, chiamata “Camelot”, l’ha aiutata ad associare questa dolorosa vicenda ad una storia fantastica fatta di castelli e cavalieri che lottano contro la propria stessa mente. Per quasi l’intera durata del libro, l’autrice infatti non ci parla del padre come di un uomo ricoverato in una casa di cura ma come del “suo cavaliere”, e non ci racconta la malattia come una demenza, con termini tecnici e sconforto, ma attraverso episodi di grande forza e positività.
Mi è rimasto particolarmente impresso il racconto che la scrittrice ha voluto farci di una donna, ricoverata anch’essa nella casa di cura per accompagnare il marito malato. Nonostante quest’ultimo non la riconoscesse più da tempo, la donna ci teneva comunque a indossare ogni giorno un filo di perle e a continuare a coltivare, nella piccola stanza in cui vivevano, decine di vasetti del suo amato basilico. Ed è proprio come simbolo di speranza che Elena ha voluto regalare a ciascuno di noi una piccola piantina di profumatissimo basilico. Un libro quindi fatto di immaginazione e di piccoli dettagli che nelle giornate buie aiutano ad allargare il cuore. Un’attenzione alle piccole cose quotidiane che sottolinea la grande sensibilità personale di questa autrice.
In sala era presente anche l’editore, de “La memoria del mondo libreria editrice” che ci ha parlato della genesi del libro.
Hanno accompagnato Elena De Dionigi: Flavio Pelizzoli: chitarra; Marcello Rabaioli: batteria; Roberto Lattuada: violino; Tommaso Porro: basso.